hai risposta pronta a ogni mia domanda

 

I PARTE


3 febbraio 1999

Monkey Business, non consiste forse tutto in ciò? Passione. A cosa sei appassionato? Vedo te, vedo il mondo girare. Certo tu non percepisci la forza con cui ti muovi sulla terra, o che la terra giri addirittura, ma percepisci perfettamente il tuo girare, girovagare nel nulla alla ricerca del tutto che non trovi in te stesso e cerchi all’esterno. Sperando che qualcuno ti consideri, qualcuno presti orecchio, perché tu non ne sei capace. Speri il vento possa portar via tutti i dolori, le parole, le lacrime di sofferenza; ma non comprendi che porterebbe con sé anche la magia dell’essere umano, i momenti di gioia, le lacrime che ti fanno pensare, ti spezzano le ossa.

Forse hai perso la tua umanità quando hai fatto finta di poter evitare di essere un uomo. Forse è qui che hai perso tutte le emozioni, quando hai pensato di togliere tutti i dolori con pillole che ti hanno gelato il cervello, quando hai pensato di mangiare cibi inibizzati di igienizzante. Pensavo.

Voglio fare una critica all’umanità, così corrotto sei, rimprovero, eppure nulla ha più un volto, vedo solo mele; dove sono i mirtilli, le fragole, le pere, i meloni, gli avocado? Da qualche parte si potrà vivere ancora una vita? Tutto un sotterfugio, un rifugio per ripararti da questi massi che cadono come grandine… ma il rifugio si sta sbriciolando, prima o poi i massi faranno breccia e poi più dove ti nasconderai? E se morissi senza mai aver pensato? Non comprendi che il rifugio è il tuo cervello e i massi la verità? Tu sai, conosci il tuo futuro, sai che scelte compiere, hai già deciso per tutta la tua vita e dei tuoi nipoti, sai chi sei e perché sei qui, qual è il tuo compito, ma conosci anche la cosa più importante? Sai chi è che decide davvero?

Così illuso, così immerso nel pantano, deciso per la tua strada. Critico l’umanità, critico te per la tua sicurezza, per il tuo immenso sapere, il tuo grande conoscere ogni cosa, hai risposta pronta a ogni mia domanda, e le tue risposte quasi non le comprendo, sono troppo complesse, hai studiato tanti anni le scienze, la matematica, le lingue, sei bravissimo a parlare e volenteroso nel dare la risposta, facendomi capire che anche qui sei superiore, sembra quasi la tua vita consista solo in ciò. E come potrei mai io competere? Anche studiassi anni e anni non troverei la tua sapienza, non troverei la tua energia nel parlare, nel saper convincere anche se quello che avessi detto non fosse stato altro che una grande buffonata. Forse un po' desidererei avere il tuo potere, per far credere alle persone quel che voglio, per donargli la verità, per aprirgli gli occhi sul pasto che hanno davanti, poiché stanno morendo di fame. Eppure credo di non avere speranze, non solo in confronto al tuo enorme studio della retorica, ma anche per te, non vuoi sapere, non vuoi conoscere. E chi vive bene se non l’ignorante? Vorrei possedere una fede grande, dire ‘Io credo’, perché io credo. Cosa vuoi se non continuare a volere? Se non continuare a percorrere il tuo cerchio sperando abbia una fine, ma non può finire, perché tu ne sei la fine. Che paura ti preme a continuare a sfoderare la spada, che coraggio, a cosa ti appoggi per continuare a far finta di vivere in questa farsa che è la vita? Ti credo, faccio forse qualche segno di non comprenderti? Quando mi racconti di te e delle tue disavventure non ti ammiro o non dimostro dispiacere a seconda delle eventualità forse? Esatto, questo è quel che dimostro, perché tu quando i ruoli si invertiranno possa fare lo stesso, cosicché anch’io possa in futuro avere la tua stessa illusione di essere compreso; conosci la verità, ma fai finta, non dici nulla perché non vuoi perdere un amico, un amico così parziale, preferisci l’illusione, l’insicurezza che domina la tua vita, nascondi la verità per continuare a vivere come un normale, per essere considerato un normale. Ma chi è normale? E’ forse questo il tuo scopo? Far finta di essere uguale?

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